Matteo Messina Denaro è stato l’uomo chiave del biennio stragista 1992-1993
È’ morto Matteo Messina Denaro. Il boss di Castelvetrano, 61 anni, affetto da un tumore al colon, è deceduto all’ospedale dell’Aquila, dove era ricoverato dallo scorso agosto nel reparto detenuti. Da alcuni giorni, a causa dell’aggravarsi della malattia, il capomafia era stato dichiarato in coma irreversibile. Messina Denaro aveva dichiarato di non volere subire alcun accanimento terapeutico e i medici avevano sospeso l’alimentazione.
Uomo chiave del biennio stragista 1992-1993, era ritenuto vicinissimo a Totò Riina e, quindi, conoscitore di oscuri ed importanti pezzi della presunta trattativa Stato-mafia. Nell’estate del 1993, mentre avvenivano gli attentati stragisti, Messina Denaro andò in vacanza a Forte dei Marmi insieme ai fratelli Graviano e le rispettive compagne: da allora si rese irreperibile, dando così inizio alla sua lunga latitanza. Fu arrestato dai carabinieri del ROS lo scorso 16 gennaio, dopo 30 anni di latitanza.
Il boss fu fermato nei pressi della clinica privata La Maddalena a Palermo. Messina Denaro era in procinto di effettuare, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, una seduta di chemioterapia per il tumore di cui già soffriva. Furono i suoi ultimi minuti di libertà.