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Allerta terrorismo in Italia. Piantedosi: “In Italia 28mila obiettivi sensibili”

Il ministro Piantedosi blinda il Paese: «Non c'è un pericolo specifico, ma alziamo l'allerta»  Aumentati i controlli a b con la crescita di arrivi registrata dalla Libia, e maggior monitoraggio dei 28mila obiettivi sensibili nel Paese. Poi arresti e stretta sorveglianza dei social. Sull'allarme terrorismo e sicurezza, in una informativa alla Camera, è intervenuto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi: «Al momento non risultano evidenze concrete e immediate di rischio terroristico per l'Italia, ma la situazione è tale da richiedere un elevatissimo livello di attenzione, in quanto la minaccia terroristica si presenta spesso in maniera impalpabile, fluida e non sempre definibile». «Quanto accaduto in Belgio e pochi giorni prima in Francia con l'assassinio di un insegnante, mostra come il conflitto in Medio Oriente rechi con sé anche il rischio di innescare radicalizzazioni islamiste», ha proseguito Piantedosi. Lupi solitari, cellule dormienti che si riattivano, infiltrazioni terroristiche tra i flussi migratori, processi di radicalizzazione on line, sermoni incendiari nelle moschee. I fronti da monitorare sono tanti e alcuni difficili da prevenire».

Terrorismo in Italia, Il ministro Piantedosi blinda il Paese: «Non c’è un pericolo specifico, ma alziamo l’allerta»

Aumentati i controlli a b con la crescita di arrivi registrata dalla Libia, e maggior monitoraggio dei 28mila obiettivi sensibili nel Paese. Poi arresti e stretta sorveglianza dei social.

Sull’allarme terrorismo e sicurezza, in una informativa alla Camera, è intervenuto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «Al momento non risultano evidenze concrete e immediate di rischio terroristico per l’Italia, ma la situazione è tale da richiedere un elevatissimo livello di attenzione, in quanto la minaccia terroristica si presenta spesso in maniera impalpabile, fluida e non sempre definibile».

«Quanto accaduto in Belgio e pochi giorni prima in Francia con l’assassinio di un insegnante, mostra come il conflitto in Medio Oriente rechi con sé anche il rischio di innescare radicalizzazioni islamiste», ha proseguito Piantedosi. Lupi solitari, cellule dormienti che si riattivano, infiltrazioni terroristiche tra i flussi migratori, processi di radicalizzazione on line, sermoni incendiari nelle moschee. I fronti da monitorare sono tanti e alcuni difficili da prevenire».

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